GLI ANZIANI: POLITICHE SOCIALI, QUALITÀ DELLA VITA E OPPORTUNITÀ by La Civiltà Cattolica

GLI ANZIANI: POLITICHE SOCIALI, QUALITÀ DELLA VITA E OPPORTUNITÀ

il 20 gennaio alle h.18.00 a Civiltà Cattolica
( - anche in streaming in diretta o differita - )
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Vi aspettiamo per riflettere insieme
sul tema silente e urgente:

Abbiamo invitato due dei più noti geriatri italiani:

-MARCO TRABUCCHI,
professore di Neuropsicofarmacologia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, specialista in psichiatria, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria.

-ROBERTO BERNABEI,
ordinario di Medicina Interna e Geriatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore del Policlinico Universitario “A. Gemelli”.

Basta solo qualche dato per capirne l’importanza.
In Italia gli over 65 sono 13,5 milioni, 1,8 milioni in più rispetto al 2007.
Gli over 80 sono aumentati invece di 1,1 milioni e sono 4,1 milioni dei 60,6 milioni di abitanti (Censis).

Nel 2065 il numero di over 65 raggiungerà il 32,6% contro l’attuale 21,7%.
Gli over 65 saranno nel 2065, in previsione, 20 milioni (Istat).

Quale politiche di assistenza saranno necessarie?
Come garantire un buon tenore di vita per la vita dei nostri anziani?
Perché le nostre società non considerano più gli anziani come i sapienti del popolo e li ignorano quando smettono di produrre?

Eppure silenziosamente con le loro vite non smettono di insegnare e, in molte famiglie, curano e crescono i nipoti.

Giovanni Paolo II ha scritto una meravigliosa lettera agli anziani, in un suo passaggio scrive:
«Che cosa è la vecchiaia? Di essa a volte si parla come dell’autunno della vita – lo faceva già Cicerone – seguendo l’analogia suggerita dalle stagioni e dal susseguirsi delle fasi della natura. (…) Sant’Efrem il Siro amava paragonare la vita alle dita di una mano, sia per mettere in evidenza che la sua lunghezza non va oltre quella di una spanna, sia per indicare che, al pari di ciascun dito, ogni fase della vita ha la sua caratteristica, e “le dita rappresentano i cinque gradini su cui l’uomo avanza ”.

Se, pertanto, l’infanzia e la giovinezza sono il periodo in cui l’essere umano è in formazione, vive proiettato verso il futuro, e, prendendo consapevolezza delle proprie potenzialità, imbastisce progetti per l’età adulta, la vecchiaia non manca dei suoi beni, perché -come osserva san Girolamo- attenuando l’impeto delle passioni, essa “ accresce la sapienza, dà più maturi consigli ”.(11) In un certo senso, è l’epoca privilegiata di quella saggezza che in genere è frutto dell’esperienza, perché “ il tempo è un grande maestro ”. E ben nota, poi la preghiera del Salmista: “ Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore ” (Sal 90 [89], 12)».

A partire da qui, avvieremo le nostre riflessioni.

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